LA BELLEZZA DELLA CURA
UN AUDIO AL GIORNO PORTA LA LUCE INTORNO
Sperimentazione poetica come forma di cura e sostegno che si integra con le pratiche della medicina clinica.
Ogni giorno un diverso audio a disposizione, siamo curiosi di sapere cosa accade ogni volta che porgi l'orecchio alle nostre voci, raccontacelo nei commenti.
Ascolta e fai ascoltare la pillola quotidiana.
Questo è un progetto di ricerca, raccontaci cosa è accaduto durante e dopo l’ascolto.
Come ti senti dopo aver ascoltato questo brano?
Più precisamente, dopo l'ascolto, ti senti
Testimonianze
Lavoro come Cardiologo Ospedaliero in Area Critica.
Soprattutto vorrei ringraziare per l’esperienza che ho avuto con loro nel “lontano” 2018 .
Abbiamo, infatti, sperimentato un corso d’aggiornamento davvero particolare.
Tutti i componenti del gruppo Area Critica hanno partecipato in due diverse edizioni, ad una giornata speciale: ci siamo ritrovati in un vecchio convento ed i nostri sensi e quindi le nostre menti sono stati coinvolti da emozioni di diverso tipo e tutte positive.
Poesie e parole ci sono state regalate e le abbiamo ridonate agli altri.
Tantissime piccole grandi cose sono accadute in quei giorni. Soprattutto, ognuno ha raccontato una piccola parte di sé ed ha scoperto particolari importanti e delle persone con cui lavora e con cui passa molte ore del giorno in situazioni critiche. Tantissimi anche i giorni sensoriali che si sono rivelati una vera prova di fiducia nell’altro!
Il risultato importante è stato quindi la migliore conoscenza delle persone che è servita a lavorare fianco a fianco con maggiore armonia : in reparto abbiamo costruito dei momenti di ascolto apprezzati dai pazienti. Al mattino, durante le manovre igieniche, durante i pasti e la sera per rilassarsi.
Scrivo per ringraziare Silvana e Susanna, e le altre persone che non conosco direttamente, per l’idea di questo sito.
È difficile condensare in poche righe un’esperienza nuova, vissuta in un reparto di cura insieme operatori e persone ricoverate. Voglio invece descrivere sensazioni ovvero ciò che il nostro senso ha percepito e che si è tradotto in azioni
Ascolto, colori, silenzio e rumore, pensieri che vengono da lontano e che parlano al presente, mani che dialogano, immagini che condividono esperienze e vissuti.
Suoni e parole capaci di sovrastare il rumore delle preoccupazioni legate al proprio stato di salute, di assecondare la voglia di scappare, di fuggire da un’esperienza che le persone non vorrebbero vivere da protagonista e che le costringe in un letto a vigilare e, molto spesso, a vegliare.
Suoni e parole capaci di volare e di lasciar cadere, come fossero gocce di una pioggia sottile, emozioni nuove o conosciute, facendole riemergere dal profondo del nostro essere, trasferendo la forza di un primo movimento all’anima
Suoni e parole meditati attraverso i vissuti di chi quelle parole le ha scritte e quei suoni interpretati, per curare in modo speciale, unico, un universale personalizzato, perché condiviso in libertà, senza costrizioni o condizioni.
Grazie per quello che quei suoni e quelle parole veicolano e sanno svelare a chi presta loro l’ascolto e il cuore.
Il 6 febbraio 2018 sto andando a un corso di aggiornamento organizzato dalla mia ASL. Sono in auto e guido. Sono un medico ospedaliero. Ignoro completamente cosa mi stia per succedere. A dire il vero il titolo del corso avrebbe dovuto insospettirmi: “La bellezza della cura”. Non era stato proprio quel titolo, così insolito per un corso rivolto a sanitari, a incuriosirmi?
Quel giorno si è sprigionata una tale bellezza!
Non è stata un’esperienza ordinaria. Attraverso giochi, interazioni, letture a voce alta, esperimenti ritmici, ascolti musicali e molto altro siamo stati chiamati dentro una relazione, abbiamo fatto gruppo. Così, abbassate un po’ le difese del mondo adulto e svestito il camice o la divisa quotidiana del lavoro ci siamo lasciati curare. Come? Con le parole. E con la voce della poesia.
Mi piace pensare che pazienti ben curati possano diventare a loro volta cura per i medici, in un rispecchiarsi di buone pratiche. Sto esprimendo un desiderio troppo grande? Certamente per me è stato così e porto ancora con me il riverbero di questo corso, una semina efficace.
Come musicoterapeuta credo fortemente nel potere curativo del Suono. Come musicista so quanto la Musica sia cura per me e per chi ascolta. Far parte del progetto La Bellezza della Cura inoltre mi ha aperto al mondo delle parole e di come queste possano accarezzare l’anima ed essere un balsamo. Nel lavoro con gli operatori sanitari è stato sorprendente vedere quanta poesia, musicalità e creatività c’è in ogni persona e quanto la Bellezza crei gruppo, curiosità, voglia di mettersi in gioco. E questo, come è dimostrato da recenti ricerche scientifiche, stimola il sistema immunitario. Di questi tempi tutti ne abbiamo un gran bisogno.
Come animatrice socio-culturale conosco bene l’importanza delle parole che si usano con una persona con demenza, con le parole si può far risplendere l’identità o rafforzare l’isolamento. Con le parole si possono costruire ponti che uniscono, o innalzare muri che separano. Il progetto La Bellezza della Cura, che dal novembre 2019 è entrato a far parte della mia cassetta degli attrezzi, favorisce appunto la costruzione di ponti, di incontri, di spazi di presenza all’altro. Noto con stupore nelle persone che accompagno come l’ascolto di una poesia, che a volte è l’attenzione verso una sola parola faro, abbia la capacità di evocare in loro immagini o sentimenti già vissuti e registrati nell’inconscio, e che in quel momento ritornano in superficie. Ci sono sorprese dietro l’angolo ad ogni incontro di ascolto: a volte la traccia de La Bellezza della Cura provoca un piacere visibile sul volto della persona, provocandone una distensione dei tratti, facendone affiorare un sorriso, a volte è tutto il corpo che si esprime a farmi capire una specie di felicità, altre volte ancora provoca un silenzio che dice presenza all’altro, a volte suscita un racconto, una espressione verbale che non avevo mai sentito prima. Abbiamo anche iniziato durante il confinamento della primavera 2020 a usare la poesia come strumento di distensione per noi dell’equipe d’animazione. Posso dire che La Bellezza della Cura consiste nel passare dalla cura, all’aver cura, al prendersi cura.
Come assistente sociale, coordinatrice di un Centro diurno per malati di demenza, sperimento ogni giorno le sfaccettature diverse del prendersi cura. Noi operatori siamo chiamati a considerare non solo i bisogni fisici e riabilitativi delle persone di cui ci occupiamo, ma anche emotivi. Con attenzione e gentilezza chiediamo di entrare in contatto con loro fino ad ottenere il permesso di varcare delicatamente la soglia di un mondo. Il metodo La bellezza della cura da settembre 2020 fa parte delle attività del nostro centro “Con il cuore nella mente”. Ho proposto con entusiasmo l’esperienza di ascolto a tutti gli ospiti indistintamente. Ho assistito così, insieme alla psicologa del centro, ad una molteplicità di reazioni diverse: volti illuminati, occhi accesi e meravigliati, palpebre abbassate, piedi e mani ad accompagnare il ritmo, labbra schiuse nella ripetizione di alcune parole, silenzi, ricordi raccontati di vita vissuta o mani giunte in preghiera a conferire carattere di sacralità ai versi ascoltati. Spesso la voce delle tracce non solo ha avuto il potere di rilassare e generare armonia e benessere ma ha anche saputo farsi presenza e scatenare risposte nuove di carattere verbale e gestuale soprattutto in alcuni passaggi affettivamente connotati. Questo progetto coniuga i linguaggi universali poesia e musica; l’accostamento delicato nelle modalità e nei toni, riesce sempre a generare risposte emotive grandi o piccole che siano; intercetta sussulti di vita e di luce anche in quelle menti che ormai sembrano essere completamente avvolte dal buio.
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